RASSEGNA DI ALCUNI INTERESSANTI ARTICOLI SULLE CENTRALI A CARBONE PUBBLICATI DA ANSA ..
Tratto da Ansa
Greenpeace, in Cina fino a 16.000 morti per centrali carbone
Rivelazione mette in discussione apertura 22 nuovi impianti
Delle ipotetiche 16.000 morti che si verificherebbero nei prossimi 40 anni, i due terzi avverrebbero per ictus e il resto per cancro al polmone e per malattie cardiache. L'inquinamento provocherebbe anche 15.000 nuovi casi di asma e 19.000 casi di bronchite cronica.
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Tratto da Ansa
Per salvare umanita' non bruciare 80% carbone e gas
Scienziati, catastrofe con aumento temperature oltre 2 gradi
SYDNEY - E'
indispensabile che almeno l'80% delle riserve mondiali di combustibili
fossili resti nel sottosuolo, se l'umanita' vuole evitare cambiamenti
climatici che ''metterebbero in causa l'esistenza stessa della nostra
societa'''. Il nuovo, accorato avvertimento viene da un'agenzia
governativa australiana, la Commissione per il clima.
Nel rapporto dal titolo 'Il decennio Cruciale', gli autori avvertono che le emissioni globali di gas serra devono virare verso il basso entro la fine di questo decennio, per mantenere le temperature entro un livello ''gestibile'' e contenere gli eventi climatici estremi. Vi e' ormai pieno consenso fra gli scienziati che un aumento globale di temperatura che superi la soglia dei due gradi sarebbe catastrofico e quindi - sostiene il rapporto - per assicurare una stabilizzazione del clima il mondo si deve 'decarbonizzare'.
''Dovremo lasciare la maggior parte dei combustibili fossili sotto terra e naturalmente questo ha ovvie implicazioni per le decisioni di investimenti in questo decennio Sono necessarie decisioni intelligenti, in particolare investimenti nelle energie rinnovabili'', scrivono gli autori del rapporto, gli scienziati di fama internazionale Will Steffen e Lesley Hughes, il cui lavoro e' stato scrutinato criticamente da esperti dell'ente nazionale di ricerca Csiro, dell'Ufficio di meteorologia e da universita' australiane.
''Ondate di caldo e incendi devastanti in Europa, in Russia e in Usa durante l'ultimo decennio. Piogge torrenziali, un clima sempre piu' caldo, piu' evaporazione dagli oceani, piu' vapore acqueo nell'atmosfera e piu' pioggia. Le prove sono convincenti.
E' molto importante rendersi conto che i dati e le cifre sono chiari e semplici'', aggiungono gli autori.
.........Le riserve australiane di carbone rappresentano da sole 51 miliardi di tonnellate di emissioni potenziali di CO2, un dodicesimo del totale ritenuto sufficiente per far salire le temperature globali di altri due gradi.
Nel rapporto dal titolo 'Il decennio Cruciale', gli autori avvertono che le emissioni globali di gas serra devono virare verso il basso entro la fine di questo decennio, per mantenere le temperature entro un livello ''gestibile'' e contenere gli eventi climatici estremi. Vi e' ormai pieno consenso fra gli scienziati che un aumento globale di temperatura che superi la soglia dei due gradi sarebbe catastrofico e quindi - sostiene il rapporto - per assicurare una stabilizzazione del clima il mondo si deve 'decarbonizzare'.
''Dovremo lasciare la maggior parte dei combustibili fossili sotto terra e naturalmente questo ha ovvie implicazioni per le decisioni di investimenti in questo decennio Sono necessarie decisioni intelligenti, in particolare investimenti nelle energie rinnovabili'', scrivono gli autori del rapporto, gli scienziati di fama internazionale Will Steffen e Lesley Hughes, il cui lavoro e' stato scrutinato criticamente da esperti dell'ente nazionale di ricerca Csiro, dell'Ufficio di meteorologia e da universita' australiane.
''Ondate di caldo e incendi devastanti in Europa, in Russia e in Usa durante l'ultimo decennio. Piogge torrenziali, un clima sempre piu' caldo, piu' evaporazione dagli oceani, piu' vapore acqueo nell'atmosfera e piu' pioggia. Le prove sono convincenti.
E' molto importante rendersi conto che i dati e le cifre sono chiari e semplici'', aggiungono gli autori.
.........Le riserve australiane di carbone rappresentano da sole 51 miliardi di tonnellate di emissioni potenziali di CO2, un dodicesimo del totale ritenuto sufficiente per far salire le temperature globali di altri due gradi.
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ROMA - ''Il 90%
degli italiani chiude le porte al carbone e apre al solare, anche con
nuovi incentivi''. E non solo: sempre in 9 su 10 vorrebbero ''la
chiusura entro il 2020 delle centrali piu' inquinanti, a carbone e a
olio combustibile'', facendo un pensiero ad ''un'Italia al 100% ad
energia verde''. Questo alcuni dati che emergono dal nono rapporto 'Gli
italiani e il solare' realizzato da Ipr marketing e dall'Osservatorio
sul solare della Fondazione UniVerde, con il sostegno di Yingli green
energy Italia e di Sorgenia.
I combustibili fossili ''piu' dannosi per il clima'' sono ritenuti il carbone e il petrolio. Tanto che - in base ai risultati del focus 'Carbone, carbon tax e smart grids' - ''per l'88% degli intervistati, sarebbe auspicabile l'introduzione di una carbon tax sulle attivita' che producono emissioni di Co2''.
........ ''Gli italiani pensano in modo decisamente piu' green rispetto alla loro classe dirigente - osserva Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde ed ex ministro dell'Ambiente - Emerge una grande determinazione verso una svolta energetica. Adesso piu' che mai, in un Parlamento caratterizzato da una forte presenza favorevole alla green economy, occorre promuovere questa svolta''
I combustibili fossili ''piu' dannosi per il clima'' sono ritenuti il carbone e il petrolio. Tanto che - in base ai risultati del focus 'Carbone, carbon tax e smart grids' - ''per l'88% degli intervistati, sarebbe auspicabile l'introduzione di una carbon tax sulle attivita' che producono emissioni di Co2''.
........ ''Gli italiani pensano in modo decisamente piu' green rispetto alla loro classe dirigente - osserva Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde ed ex ministro dell'Ambiente - Emerge una grande determinazione verso una svolta energetica. Adesso piu' che mai, in un Parlamento caratterizzato da una forte presenza favorevole alla green economy, occorre promuovere questa svolta''
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SHANGHAI - Sono
9.900 le persone decedute prematuramente a Pechino, a Tianjin e nella
provincia dell'Hebei nel 2011 a causa dell'inquinamento causato dalle
centrali elettriche a carbone. Lo riferisce uno studio condotto da
Greenpeace con la collaborazione di esperti americani del settore. Oltre
ai decessi, secondo lo studio, le emissioni dannose sarebbero state
responsabili anche di 11.110 casi di asma e 12.100 casi di bronchite.
Tra le morti, 850 sarebbero avvenute per cancro legato a metalli pesanti - come l'arsenico, il piombo, il cadmio e il nichel - e il resto sarebbero state attribuite a ictus, problemi cardiaci e respiratori comunque derivati dall'inquinamento. Il rapporto ha ulteriormente fatto aumentare la preoccupazione della popolazione sulla questione dell'inquinamento e sui danni che puo' provocare alla salute.
"Seriamente - ha commentato un utente su un microblog - ora e' venuto il momento di pensare di lasciare Pechino''......
Pechino dal canto suo sta cercando di ridurre il suo consumo nazionale di carbone, portandolo da 27 milioni di tonnellate nel 2010 a 20 milioni di tonnellate nel 2015, laddove la provincia dell'Hebei da sola nel 2011 ha consumato 307 milioni di tonnellate di carbone.
''Per l'Hebei - ha spiegato Huang Wei, che conduce per Greenpeace una campagna sul clima - e' arrivato il momento di fare cambiamenti sostanziali e ridurre il suo consumo di carbone che ha provocato ben 6700 morti premature nella zona''.
Tra le morti, 850 sarebbero avvenute per cancro legato a metalli pesanti - come l'arsenico, il piombo, il cadmio e il nichel - e il resto sarebbero state attribuite a ictus, problemi cardiaci e respiratori comunque derivati dall'inquinamento. Il rapporto ha ulteriormente fatto aumentare la preoccupazione della popolazione sulla questione dell'inquinamento e sui danni che puo' provocare alla salute.
"Seriamente - ha commentato un utente su un microblog - ora e' venuto il momento di pensare di lasciare Pechino''......
Pechino dal canto suo sta cercando di ridurre il suo consumo nazionale di carbone, portandolo da 27 milioni di tonnellate nel 2010 a 20 milioni di tonnellate nel 2015, laddove la provincia dell'Hebei da sola nel 2011 ha consumato 307 milioni di tonnellate di carbone.
''Per l'Hebei - ha spiegato Huang Wei, che conduce per Greenpeace una campagna sul clima - e' arrivato il momento di fare cambiamenti sostanziali e ridurre il suo consumo di carbone che ha provocato ben 6700 morti premature nella zona''.
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