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09 febbraio 2021

Oggi nel Tribunale di Savona Nuova udienza nel processo Tirreno Power.

Oggi  nel   Nuova udienza nel processo Tirreno Power sarà  sentito come testimone l‘Epidemiologo Fabrizio Minichilli del CNR di PISA

Oggi   9 febbraio 2021, nel contesto del processo nel quale sono a giudizio 26 manager ed ex manager di Tirreno Power rinviati a giudizio per disastro ambientale e sanitario colposo ,  presso il Tribunale di Savona sarà  sentito come testimone  il Medico Fabrizio Minichilli del CNR di Pisa

L' importanza del lavoro degli epidemiologo FABRIZIO MINICHILLI e FABRIZIO BIANCHI 


Fabrizio Minichilli
PhD STATISTICO - EPIDEMIOLOGO presso CNR-IFC, National Research Council Institute of Clinical Physiology

Statistico ed Epidemiologo nel campo dell'epidemiologia ambientale e clinica con particolare riferimento ai temi rifiuti e salute, siti di interesse nazionale per le bonifiche e salute, percezione del rischio, Valutazione di impatto sulla salute, acque potabili e salute con particolare attenzione agli effetti dell'arsenico. Referente di unità operativa in progetti nazionali come EpiambNet. Membro di segreterie come quella dell'Associazione Italiana di Epidemiologia e del Coordinamento Regionale Ambiente e Salute della Regione Toscana.


FABRIZIO BIANCHI 
Dirigente di ricerca del CNR, responsabile dell' unità di epidemiologia ambientale dell'Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, svolge dal 1979 attività di ricerca in neuroepidemiologia, epidemiologia occupazionale e ambientale, epidemiologia genetica e riproduttiva. E' docente a corsi e master presso varie università italiane. E' autore di oltre 200 lavori scientifici e altrettante comunicazioni a congressi. E’ autore di numerosi articoli su libri e riviste divulgative e coautore del libro “Ambiente e salute: una relazione a rischio”, il Pensiero Scientifico 2009.


31 ottobre 2018
Dottor Fabrizio Minichilli al ISES-ISEE 2018 Joint Annual Meeting: Il rischio per la salute di vivere vicino a una centrale elettrica a carbone in Italia.

Al di là di ogni altra valutazione e interrogativo, comunichiamo che recentemente lo studio retrospettivo di coorte residenziale del CNR di Pisa è stato vagliato dalla comunità scientifica internazionale che lo ha quindi accettato affinché ne sia presentato un estratto al congresso di livello mondiale di epidemiologia ambientale di Ottawa (Canada) ISES-ISEE 2018 Joint Annual Meeting.

Riteniamo debba essere sottolineata la valenza della valutazione scientifica di un tale livello internazionale che ci pare difficilmente contestabile.
Sotto l' intervento in programma il 28 di agosto alle ore 14,30


Intervento del Dottor Fabrizio Minichilli 

O02.03.50. Il rischio per la salute di vivere vicino a una centrale elettrica a carbone: uno studio di coorte residenziale nell'Italia nord-occidentale 
Dottor Fabrizio Minichilli, Unità di Epidemiologia Ambientale, Istituto di Fisiologia Clinica, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Italia
                         
Il tema della riunione annuale congiunta ISES-ISEE 2018 è " Affrontare le complesse questioni locali e globali in termini di esposizione e salute ambientale ".

Essendo la capitale del Canada, Ottawa ospita una comunità diversificata e attiva di scienziati e responsabili politici impegnati nell'indagine sull'ambiente locale e globale e nella ricerca sanitaria. La riunione annuale congiunta ISES-ISEE 2018 includerà delegati di tutto il mondo e farà leva su competenze locali e internazionali per affrontare argomenti complessi locali e globali relativi alla scienza dell'esposizione e all'epidemiologia ambientale .....

Leggi anche  tratto  dal nostro post del 19 febbraio 2020

Centrale a carbone di Vado Ligure: per il Cnr eccessi di mortalità nelle aree più esposte: Video

Centrale a carbone di Vado Ligure: per il Cnr eccessi di mortalità nelle aree più esposte           di Monica Panetto
Nell'area della centrale a carbone Tirreno Power a Vado Ligure – dismessa cinque anni fa – negli anni compresi tra il 2001 e il 2013, sono stati riscontrati eccessi di mortalità (+ 49%) nelle aree a maggiore esposizione a inquinamento atmosferico. È questo ciò che emerge da uno studio condotto da un gruppo di epidemiologi ambientali dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa che ha valutato la relazione tra esposizione ad inquinanti atmosferici e rischio di mortalità e ricovero in ospedale per cause tumorali e non tumorali. Il lavoro è stato pubblicato recentemente su Science of the Total Environment.
“L’esposizione a biossido di zolfo (SO2) e ossidi di azoto (NOx) è stata stimata dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure (Arpal) mediante un modello di dispersione, che ha considerato le emissioni da fonti industriali, portuali e stradali – spiega Fabrizio Bianchi, coordinatore del gruppo –. L’area è stata suddivisa in quattro classi di esposizione a inquinanti (diversi livelli con inquinamento di crescente intensità). La relazione tra effetti sulla salute ed esposizione a inquinamento atmosferico è stata studiata per uomini e donne, confrontando ciascuna delle tre categorie con maggiore concentrazione di inquinanti con quella a minore concentrazione, tenendo conto dell’età e della condizione socio-economica della popolazione (indice di deprivazione)”.
Gli scienziati hanno preso in esame la popolazione residente nei 13 anni considerati in 12 comuni dell’area, per un totale di 144.019 persone. Nelle aree a maggiore esposizione a inquinanti sono stati riscontrati eccessi di mortalità per malattie del sistema circolatorio (uomini +41%, donne +59%), dell’apparato respiratorio (uomini +90%, donne +62%), del sistema nervoso e degli organi di senso (uomini +34%, donne +38%) e per tumori del polmone tra gli uomini (+59%). L’analisi dei ricoveri in ospedale ha fornito risultati coerenti con quelli della mortalità.
Di tutto questo abbiamo parlato con Fabrizio Bianchi.  
Il ricercatore sottolinea l’importanza di programmi di sorveglianza adeguati e di una valutazione preventiva degli impatti sulla salute che possono avere le fonti che si conoscono come maggiormente inquinanti.  “Mentre a Vado Ligure le due sezioni a carbone sono state fermate nel 2014 - sottolinea -, molte altre centrali in Italia, in Europa e nel mondo continuano a funzionare. Nel nostro Paese si parla di un’uscita dal carbone nel 2025. Noi speriamo che questi risultati facciano riflettere sul fatto che prima si abbandona l’impiego del carbone e dei combustibili fossili e ci si avvia sulla strada delle risorse rinnovabili e meglio è per la salute su scala locale, regionale e nazionale. Senza contare tutto il discorso sui cambiamenti climatici”.

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