Incontro pubblico
RIGASSIFICATORE TRA DUBBI E CERTEZZE
Rigassificatore ma anche altri impianti già sul territorio o che si teme possano essere qui destinati come biodigestore, inceneritore, ecc
MERCOLEDÌ 5 GIUGNO ORE 21
TEATRO NUOVO DI VALLEGGIA
UNITI PER LA SALUTE E' UNA ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO ODV APARTITICA, PERSEGUE FINI DI SOLIDARIETA' SOCIALE, CIVILE E CULTURALE: PROMUOVE E SOSTIENE INIZIATIVE,INTERVENTI, INFORMAZIONI FINALIZZATI AL MIGLIORAMENTO DI VITA E DI SALUTE DEI CITTADINI DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI SAVONA. "UNITI PER LA SALUTE ODV" Via De Litta 3/1 VALLEGGIA (Savona) C.F:92084220091 Tel 3713993698
Incontro pubblico
RIGASSIFICATORE TRA DUBBI E CERTEZZE
Rigassificatore ma anche altri impianti già sul territorio o che si teme possano essere qui destinati come biodigestore, inceneritore, ecc
MERCOLEDÌ 5 GIUGNO ORE 21
TEATRO NUOVO DI VALLEGGIA
COMUNICATO UNITI PER LA SALUTE ODV
A seguito della lettura delle motivazioni della sentenza del Tribunale di Savona che il 3 ottobre scorso ha deciso il primo grado del processo nei confronti dei vertici della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure, e dopo aver sentito il parere del nostro legale e dei nostri consulenti tecnici, abbiamo ritenuto di presentare impugnazione davanti alla Corte d’appello di Genova.
Tra i diversi aspetti che hanno motivato la nostra convinzione di dover appellare la sentenza di primo grado, gli esiti di tre indagini ambientali sulle esposizioni ad inquinanti che, seppur condotte con diversi modelli di dispersione e diversi traccianti, sono tra loro coerenti nel senso dell’individuazione delle aree di maggiore ricaduta degli inquinanti della centrale.
Un ulteriore motivo fondamentale, anzi centrale, è costituito inoltre dagli esiti eclatanti in termini di eccessi di mortalità e di malattie delle due indagini epidemiologiche condotte sul campo con differenti metodologie: lo studio caso-controllo dei CTP della Procura e lo studio di coorte condotto dal massimo ente di ricerca pubblico del Paese, il CNR, le cui conclusioni hanno dato un esito sanitario addirittura di maggiore gravità di quello dei consulenti della Procura di Savona.
Tutte queste indagini secondo il nostro consulente prof. Gianicolo stabiliscono una “forte evidenza di danno alla salute delle popolazioni più esposte, tanto in termini di ricoveri quanto in termini di decessi per patologie correlate”, senza che la sostanza di questo danno sanitario riteniamo possa essere scalfita dai rilievi delle difese degli imputati.
Queste e diverse altre importanti motivazioni ci hanno indotti quindi alla decisione dell’appello perché crediamo sia un atto dovuto nei confronti di una popolazione che ha convissuto per decenni con una grande centrale a carbone e con le sue emissioni inquinanti.
UNITI PER LA SALUTE
Tratto da Trucioli.it
Il pubblico ministero d’udienza, Elisa Milocco, aveva chiesto una pena di tre anni e mezzo per tutti gli imputati ad eccezione di due (di cui uno nel frattempo deceduto). 13 erano le Parti civili tra cui il ministero della Salute e quello dell’Ambiente.
NELLE CONCLUSIONI DEL PM SI LEGGE INOLTRE:….”Il Tribunale di Savona, pur pronunciando sentenza di assoluzione con formula dubitativa e pur palesando una serie di dubbi, perplessità e incertezze, non ha ritenuto di conferire incarico ad un perito per chiarire tali aspetti e appurare la fondatezza degli esiti delle CT del PM ovvero dei rilievi difensivi.
Come si è visto, numerosi sono infatti gli errori interpretativi in cui è incorso il Giudice che ben possono spiegarsi alla luce dell’estremo tecnicismo che caratterizza le materie coinvolte nel processo» ‘
Proprio per tali ragioni non è dato comprendere il motivo per cui il Tribunale non si sia affidato ad un esperto, quanto meno per effettuare una valutazione (anche parziale) del contenuto delle relazioni tecniche depositate dalle parti.
D’altra parte, nella sentenza impugnata non vi è alcun riferimento ai motivi per cui il Tribunale ha, implicitamente, effettuato questa scelta.
La estrema gravità dei fatti contestati, le ripercussioni che la vicenda ha avuto a livello mediatico e sociale e, infine, l’elevato tecnicismo dell’istruttoria dibattimentale imponevano (e impongono tutt’ora) un più stringente vaglio tecnico.
Pertanto, qualora Codesta Corte di Appello non riconosca la erroneità delle argomentazioni del Giudice di primo grado alla luce delle osservazioni illustrate nel presente atto di appello e pervenga quindi ad una sentenza di condanna e qualora non accolga la richiesta di rinnovazione dell’istruttoria ex art. 603 c.P.P. formulata in relazione ai precedenti motivi, si chiede che venga disposta una perizia in relazione alle questioni trattate dai consulenti che saranno ritenute meritevoli di chiarimento.
Alla luce dei sopraesposti motivi, previa rinnovazione dell’Istruttoria dibattimentale nei termini indicati (ovvero, in subordine, previo espletamento di perizia) si impone pertanto la riforma della sentenza impugnata c per l’effetto l’accoglimento delle richieste già formulate da questo P.M. al Tribunale di Savona.
Con osservanza. Savona, 2 febbraio 2024. V. IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA (Ubaldo Pelosi) e il sostituto Elisa Milocco.
Ricordiamo, per chi intendesse rinnovare l'iscrizione per il 2024 o dare un contributo, che il nostro numero di conto corrente postale è 86184991 intestato a
UNITI PER LA SALUTE ODV
Tratto da IVG
In programma sabato 11 novembre
Il “Coordinamento no rigassificatore”, cui aderiscono oltre 50 soggetti tra associazioni, movimenti e partiti, si è costituito per contrastare il progetto di rigassificatore che interesserebbe buona parte della nostra provincia, dallo specchio acqueo di Vado- Savona all’entroterra di Cairo Montenotte.
Le molte anime che il Coordinamento raccoglie sono unanimemente coese nel denunciare una scelta imposta arbitrariamente senza confronto col territorio, già pesantemente martoriato da insediamenti industriali; i quali, oltre a provocare importanti ripercussioni su salute e ambiente, impediscono opportunità alternative di sviluppo economico, di cui pure la provincia è ricca.
Quale contributo al movimento popolare che ha dato vita a molteplici iniziative di protesta è indetta, per il giorno sabato 11 novembre prossimo, una manifestazione pubblica, per la buona riuscita della quale si invitano alla partecipazione tutti i cittadini.
Sabato pomeriggio, mentre in Romagna era in corso una disastrosa serie di eventi meteo, una nave da crociera ha rotto gli ormeggi al molo di Porto Corsini. Non hanno retto alle raffiche da quasi 100 chilometri all’ora (50 nodi). Grazie ai cavi di poppa che non si sono spezzati e all’intervento di quattro rimorchiatori e di tutti gli altri servizi tecnico-nautici (piloti e ormeggiatori), la Celebrity Infinity è stata infine riassicurata al molo. …
Questo tipo di incidenti non è solito per Ravenna: l’Adriatico è solitamente un mare incomparabilmente più tranquillo rispetto agli altri mari del Mediterraneo….. Purtroppo quello che era insolito sta diventando normale. A dicembre 2020 un’altra tempesta, con venti di forza analoga a quelli che hanno colpito a Ravenna, aveva mandato a fondo addirittura una piattaforma, la Ivana D, ad un’ottantina di chilometri dalla costa Ravennate. Non è semplice risolvere le conseguenze di disastri del genere: solo quest’anno sono iniziati gli interventi per mettere in sicurezza il pozzo.
Eventi come quelli di sabato sono sempre più frequenti e fanno paura come sa chi ci si è trovato in mezzo, sulla costa o nell’interno. E sono anche, come dimostrato, di una intensa violenza, tale da abbattere anche ciò che si presumeva non sarebbe stato intaccato: tralicci dell’alta tensione, condutture del gas, edifici in muratura, ecc.Andrebbe perciò ricordato che è stata recentemente autorizzata la realizzazione a soli otto chilometri dalla costa di un impianto di rigassificazione con strutture mobili. Sarà infatti costituito da un’unità navale rigassificatrice, la BW Singapore, attraccata ad una piattaforma già esistente (il cosiddetto Ragno), a cui a sua volta verranno affiancate navi metaniere. Nella considerazione dei rischi riguardanti impianti di questo tipo si suole dire che l’evento incidentale comporterebbe conseguenze estremamente consistenti ma la frequenza del loro verificarsi è ipotizzata su intervalli talmente lunghi da venire considerati trascurabili. Grazie a questa impostazione vengono generalmente esclusi da ogni considerazione tutta una serie di eventi possibili e potenzialmente molto pericolosi proprio per la presunta rarità del tipo di accadimento.
Escono così di scena fulmini, onde anomale, scontri tra unità navali, rotture e cadute del braccio di carico e di altre strutture, danni che superino il doppio scafo, ecc. Non è un problema che ha riguardato la procedura per il rigassificatore ravennate, comunque, visto che sono state saltate a piè pari le indagini correlate alla procedura SEVESO ossia quella relativa all’accertamento dei rischi per incidenti industriali rilevanti.
Ma se quello che fino ad oggi è stato considerato talmente infrequente da non venir valutato, dovesse venire valutato cosa accadrebbe? La risposta la sappiamo già perché c’è chi si è posto il problema molto prima che i governi Draghi/Meloni accelerassero sul gas metano mettendo in soffitta le rinnovabili (Piero Angela, “La sfida del secolo. Energia. 200 domande sul futuro dei nostri figli”, Milano 2007):
«Una grande nave metaniera, che trasporta 125 mila metri cubi di gas liquefatto a bassissima temperatura, contiene un potenziale energetico enorme. Se nelle vicinanze della costa, per un incidente, dovesse spezzarsi e rovesciare in mare il gas liquefatto, potrebbe cominciare una sequenza di eventi catastrofici. Il gas freddissimo, a contatto con l’acqua di mare, molto più calda, inizierebbe a ribollire, a evaporare e formare una pericolosa nube. Questa nube di metano evaporato rimarrebbe più fredda e più densa dell’aria e potrebbe viaggiare sfiorando la superficie marina, spinta dal vento, verso la terraferma. Scaldandosi lentamente la nube comincerebbe a mescolarsi con l’aria. Una miscela fra il 5 e il 15 percento di metano con l’aria è esplosiva. Il resto è facilmente immaginabile. Se questa miscela gassosa, invisibile e inodore, investisse una città, qualsiasi (inevitabile) scintilla farebbe esplodere la gigantesca nube. La potenza liberata in una o più esplosioni potrebbe avvicinarsi a un megaton: un milione di tonnellate di tritolo, questa volta nell’ordine di potenza distruttiva delle bombe atomiche. Le vittime immediate potrebbero essere decine di migliaia, mentre le sostanze cancerogene sviluppate dagli enormi incendi scatenati dall’esplosione, ricadendo su aree vastissime, sarebbero inalate in “piccole dosi”, dando luogo a un numero non calcolabile, ma sicuramente alto, di morti differite nell’arco di 80 anni».
Abbiamo sentito, dopo le mancate collisioni delle due navi da crociera, spendere bellissime parole in favore dei servizi tecnico-nautici e della capitaneria di porto attribuendo al fattore umano un peso determinante nell’esito favorevole di quello che, invece, avrebbe potuto essere un epocale disastro. Questo, purtroppo, specie per l’impianto di rigassificazione, non ci conforta in alcun modo…..
LETTERA
Un cittadino replica alle dichiarazioni di Snam sulla sicurezza della nave in condizioni meteo marine estreme
Di seguito la lettera di un lettore che commenta le dichiarazioni di Snam sulla sicurezza della nave in condizioni meteo marine avverse.
Egr. Direttore,
mi stupisco come una testata come la vostra, di forte penetrazione locale, dia ancora spazio alle false affermazioni di Snam, invece di confutarle con le affermazioni di Snam stessa che a suo tempo, in occasione delle Conferenze dei Servizi di Piombino, aveva dichiarato che la nave NON può stare in mare aperto.
Nello specifico, in data 07/10/2022, Snam dichiarava: ‘La Golar Tundra ha un serbatoio a membrana che crea delle condizioni di maggiore fragilità rispetto alle navi MOSS in presenza di condizioni meteomarine più critiche. Al momento la Società sta interloquendo con il detentore del brevetto dei serbatoi a membrana per avere informazioni sulle condizioni di continuità operativa in condizioni meteo-climatiche più critiche”.
Ebbene, a tutt’oggi, non ve n’è traccia ne nella documentazione originaria del progetto, ne nelle integrazioni recentemente presentate da Snam al Commissario.
Inoltre in data 21/10/2022, Snam dichiarava: “Quindi, in fase transitoria di riempimento/svuotamento, la nave non può trovarsi in acque non protette, perché può essere soggetta a sloshing”… omissis.. “Solitamente, le FSRU con serbatoi a membrane operano in acque protette”.
E queste sono dichiarazioni di Snam, non di qualche terrapiattista complottista. Questa nave NON è adatta a stare in mare aperto di dice Snam e questo in un mondo normale risolverebbe la questione, ma da tempo pecunia non olet.
Snam ci parli della nave e delle sue certificazioni non dell’ancoraggio.
Le rammento, Direttore, che quel progetto, come ben specificato da VV.FF., ISS, Ispra, e altri enti, è veramente grossolano e infarcito di errori tecnici, omissioni …. (vedi ad esempio le artificiose fotoricostruzioni relative al posizionamento della nave in mare….) tali da chiedersi se i vari progettisti abbiano redatto tale progetto in perfetta buonafede; in tal caso ci sarebbe da chiedersi se abbiano avuto competenza tali per redigere un progetto di tale portata”.
Io continuo a sostenere con forza no al rigassificatore e #fermiamo il mostro del gas davanti a Savona.
Enrico Durighello
Tratto da IVG
RINVIOL'annuncio della struttura commissariale: "Misura ragionevole per riallineare le tempistiche"
Vado Ligure. La struttura commissariale per il progetto del rigassificatore nella rada del porto di Vado Ligure comunica che “è stato posticipato il termine della Conferenza di Servizi in attesa dell’esito della procedura di Via nazionale”.
La normativa statale prevede infatti che il provvedimento unico di autorizzazione sia rilasciato dal commissario straordinario di Governo, Giovanni Toti, a seguito della Via nazionale i cui tempi sono però disallineati rispetto a quelli della Conferenza di Servizi: “Per questo motivo si è ritenuto necessario allineare i termini permettendo parallelamente di svolgere un’ulteriore e attenta valutazione delle istanze del territorio”.
“L’attività sin qui svolta, che continuerà per tutta la durata dell’iter, è stata utile a recepire le osservazioni di amministrazioni comunali, categorie, sindacati e soggetti privati del territorio, anche da parte di Snam come soggetto attuatore del Piano energetico nazionale”.
Negli ultimi mesi Snam ha infatti prodotto integrazioni progettuali ancora in esame, ma in perfetta linea con le richieste formulate dalla struttura commissariale e dalle amministrazioni con cui c’è stata interlocuzione
“Si specifica che la differita in oggetto è voluta anche per consentire il riallineamento tra Enti territoriali e governativi. In sintesi, la conclusione del procedimento avverrà solo successivamente alle valutazioni ambientali effettuate dal Mase e al recepimento delle stesse da parte di Snam così come previsto dalla legge” concludono dalla struttura commissariale.
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