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30 marzo 2012

A proposito di Energie Rinnovabili ........e di interessi precostiuiti del vecchio modello energetico

Tratto da QualEnergia

Quei 76 miliardi che le rinnovabili ci farebbero guadagnare

Facendo una stima costi-benefici, le fonti pulite da qui al 2030 farebbero guadagnare al 'sistema Paese' circa 76 miliardi di € tra maggiore occupazione, risparmio di combustibili e altre voci. Lo mostra uno studio dell'Osservatorio internazionale sull'industria e la finanza delle rinnovabili.
Le rinnovabili non sono un peso per il Sistema-Paese, come in questi ultimi tempi in molti sembrano sostenere. Anzi, possono rendere molto: i benefici netti delle rinnovabili stimati al 2030 ammontano a 76 miliardi di eurodistribuiti fra maggiore occupazione, mancato import di combustibili fossili, export netto dell’industria e riduzione del prezzo di picco dell'energia.
Se dal 2008 al 2011 si sono piantati i semi del nuovo sistema energetico, infatti, ora si iniziano a raccogliere i frutti. Frutti che sono piuttosto consistenti, spiega uno studio condotto dall'Osservatorio internazionale sull'industria e la finanza delle rinnovabili presieduto da Andrea Gilardoni, dell'Università Bocconi, e realizzato con il supporto di Anev, Aper ed Enel Green Power (vedi allegato).
Come si vede dai numeri, riassunti nella tabella, e ricavati proiettando fino al 2030 i benefici che sono stati effettivamente prodotti negli ultimi 3 anni, si arriva alla creazione di 130mila i posti di lavoro che renderebbe 46 miliardi di euro, sono poi 22 i miliardi di euro di ricavi dalle esportazioni legate al settore, un risparmio di importazione di 29 miliardi di combustibili fossili e infine vanno contabilizzati altri 13 miliardi che le rinnovabili farebbero risparmiare grazie all'effetto che hanno di ridurre il prezzo di picco dell'energia.
L'analisi tiene conto anche di una serie di errori compiuti finora: peso eccessivo degli oneri autorizzativi, inefficace controllo sugli incentivi, normativa incostante. E delle circostanze attuali oggettive: crisi economica, sovrapproduzione del sistema elettrico, difficoltà di adattamento della rete al nuovo assetto della generazione distribuita dell'energia.
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Ecco a chi danno fastidio le rinnovabili

Dietro agli ultimi possibili schiaffi alle enegie rinnovabili, le bozze di quinto conto energia e il decreto rinnovabili elettriche, non ci sarebbe tanto la questione del loro peso in bolletta, ma uno scontro tra paradigmi energetici. Le rinnovabili danno fastidio agli interessi precostituiti del vecchio modello
G. B. Zorzoli ci spiega come.

Cosa c'è dietro gli ultimi attacchi alle rinnovabili, ossia quelle bozze così penalizzanti del quinto conto energia e del decreto per le altre rinnovabili elettriche circolate nei giorni scorsi? Per qualcuno la motivazione ufficiale, cioè il peso degli incentivi in bolletta, sarebbe secondaria. Quello in atto sarebbe invece lo scontro tra due paradigmi energetici: quello che abbiamo avuto finora, centrato sulle grandi centrali a fonti fossili, e uno nuovo, in cui le fonti pulite non sono più marginali e hanno iniziato a danneggiare gli interessi costituiti del vecchio modello, che per reazione cercano di contrastare il cambiamento.
Ne parliamo con l'ingegner G.B. Zorzoli, esperto di energia, che in passato è stato per anni nel consiglio di amministrazione di Enel (dal 1987 al 1993) e che ora è presidente della sezione italiana dell'International Solar Energy Society.
Zorzoli, il peso crescente delle rinnovabili nel sistema elettrico sta dando fastidio? Come?
Limitandoci all'aspetto economico, in Italia si è investito troppo in impianti a cicli combinati: investimenti per circa 25 miliardi di euro. Si è così arrivati a  una sovracapacità produttiva che rimarrebbe, seppur in misura minore, anche se non ci fossero le rinnovabili. D'altra parte, che le rinnovabili ci sarebbero state si sapeva: c'era stato prima il protocollo di Kyoto e poi il pacchetto europeo clima-energia....... Questo, oltre tutto in un periodo di domanda contenuta, è andato a incidere sul funzionamento dei cicli combinati, non tanto degli impianti più vecchi - che sono ancora incentivati con il Cip6 e come le rinnovabili hanno priorità di accesso alla rete – quanto su quella fetta dei più nuovi in cui si è investito di recente........
Quali sono i soggetti più danneggiati da questo fenomeno?
La risposta sta nella scissione che c'è stata recentemente in Assoelettrica, l'associazione dei produttori elettrici di Confindustria. Le aziende che sono uscite, hanno dato vita a una nuova associazione di cui questo è uno dei temi fondanti (Sorgenia, GDF Suez, Tirreno Power, EGL e RePower che hanno fondato Energia Concorrente, ndr). Questi sono i più danneggiati, ma anche gli altri lo sono e in proporzione a quanto hanno investito in cicli combinati.

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Ma, dal punto di vista del bene comune, finalità che dovrebbe essere del Governo, i provvedimenti che cercano di frenare questa transizione energetica sul lungo periodo tutelano gli interessi del Sistema-Paese?
Secondo me assolutamente no. Siamo un Paese fortemente dipendente dall'importazione di combustibili fossili, e lo sviluppo delle rinnovabili, oltre a tutelare l'ambiente e a creare nuove attività produttive, riduce drasticamente la dipendenza dall'estero, sia in termini di sicurezza che in termini di bilancia dei pagamenti.
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Lettera aperta di un’azienda del fotovoltaico al Governo

Convert Italia SpA ci invia questa lettera-riflessione rivolta al Governo sul difficile momento che sta attraversando il fotovoltaico italiano."A chi fa gioco uccidere il settore del fotovoltaico?", chiede l'azienda.
Vile, tu uccidi un uomo morto. La conosciutissima frase detta da Ferrucci a Maramaldo, mi pare appropriata a descrivere quello che il previsto V conto energia si appresta a fare al settore fotovoltaico....
Un vero e proprio schiaffo in faccia alle Aziende e agli investitori, che a dir poco ci sconcerta....

Il quarto conto energia ha provocato una sensibile riduzione di scala relativamente a tutti gli indici di settore; abbiamo perso il 50% degli addetti e la quasi totalità degli investitori, banche nazionali incluse.
Indigna che quei sei miliardi vengano ora sbandierati solo come costi mentre sono piuttosto un investimento nella creazione di un'infrastruttura di energie, prima che rinnovabili, pulite; un investimento in aria più pulita, in un minor costo per malattia per il sistema sanitario nazionale; un investimento verso il tanto sbandierato impegno del nostro Governo per la riduzione della CO2, impegno condiviso con tutto il mondo.
Condiviso davvero? Forse no, visto che ora sulle pagine de Il Sole e altrove il ministro Passera suggerisce piuttosto di investire sugli idrocarburi e sulle trivellazioni. ....

Sono passati meno di dodici mesi dalla pubblicazione del Quarto Conto Energia, sul quale io e tanti miei colleghi imprenditori abbiamo investito con lavoro e con impegno, con onestà e volontà e, visto quanto detto sopra, mi chiedo: di che parliamo signori del Governo?
Parliamo di uccidere le rinnovabili e il fotovoltaico in testa perché il sole è gratuito e durerà altri cinque miliardi di anni e petrolieri e fisco non possono averne vantaggi?
Occorre una risposta vera: a chi fa gioco uccidere il settore del fotovoltaico? Abbiamo appena accettato tutte le nuove norme per ridurre l'impatto sui terreni agricoli, l’articolo 65 del decreto liberalizzazioni che ha per l’ennesima volta normato ‘in corsa’ il settore; perché si infierisce ancora sul settore, con quale obiettivo reale, economico, politico? Per la volontà delle solite lobbies?
Ringrazio in anticipo il Governo e in particolare il ministro Passera, se mai avrò una risposta, una risposta vera, data in nome dei suoi stessi figli e nipoti, i quali, altrimenti, avranno garantito un futuro sempre meno pulito e sempre meno verde.
Giuseppe Moro, CEO di Convert Italia S.p.A.

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