Tratto da Il Fatto Quotidiano
Ilva:A Taranto la magistratura si sostituisce alla politica. E fa bene
La Procura impone all'acciaieria quelle misure anti-inquinamento che gli amministratori pubblici e gli imprenditori proprietari hanno sempre evitato. Chiudendo gli occhi sul drammatico impatto sulla salute della popolazione
Solo ora Taranto comincia lentamente a prendere coscienza del tradimento di un’intera classe politica e dell’avidità di un ceto imprenditoriale che l’ha scambiata per Bophal, la città indiana dove nel 1984 morirono quasi 2300 persone per aver respirato 40 tonnellate di isocianato di metile dalla fabbrica multinazionale Union Carbide che produceva pesticidi.
Che vergogna il silenzio della politica e la complicità dei sindacati.
Taranto sta diventando una città simbolo. Per la prima volta la magistratura con un suo provvedimento giudiziario sta provocando un terremoto. Imponendo all’azienda di rendere la produzione compatibile con l’ambiente, pena la sua chiusura.
Disastro ambientale è l’accusa rivolta all’Ilva.
Con il suo provvedimento, la magistratura di Taranto ha fatto oggettivamente “politica”, anzi “politica industriale“. E questa invasione di campo viene vissuta con grande consenso della città. In sostanza ha detto all’azienda di mettersi in regola con gli impianti, di “ambientalizzare” l’area a caldo, le acciaierie, gli agglomerati, i parchi minerari, la cokeria, gli altoforni, l’area della rottamazione ferrosa.
I consulenti del gip, gli stessi custodi giudiziari hanno ben spiegato cosa si deve fare per abbattere l’inquinamento.
Se questo programma sarà ritenuto insufficiente dalla Procura, si aprirà uno scenario di conflittualità estrema, con la opzione che diventerebbe molto concreta, della chiusura dello stabilimento......
Fq
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