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07 agosto 2013

Tra geopolitica e biosfera: svolta energetica o ritorno al passato?- ETS: 160 milioni per centrali elettriche e Ilva di Taranto

Tratto da Valori.it

Tra geopolitica e biosfera: svolta energetica o ritorno al passato?

 

Shale gas, nucleare, rinnovabili. E poi prezzo dell'energia in bolletta e municipalizzate, equilibri geopolitici in gioco. Ecco un lungo intervento di Mario Agostinelli che delinea molti temi energetici ...

TRA GEOPOLITICA E BIOSFERA: SVOLTA ENERGETICA O RITORNO AL PASSATO?


Mario Agostinelli- Inchiesta 2013

Gas e carbone: geopolitica USA. I legami economici e l’egemonia degli Stati Uniti nei confronti dell’Europa e del Giappone potrebbero comportare un rilancio del carbone e del gas. Perfino l’alleanza atlantica si sta modulando su un ritorno ai fossili favorevole agli interessi a stelle e strisce. .......

 Negli Stati Uniti e’ in atto di conseguenza un crollo della domanda interna di carbone e il contemporaneo tentativo di esportare in Asia e in Europa il combustibile più sporco a prezzi stracciati, per salvare un'industria nazionale da 40 miliardi di dollari.

Il New York Times in prima pagina (http://topics.nytimes.com/top/news/business/energy-environment/coal/index.html) racconta in questi giorni del conflitto tra le industrie del carbone e gli ambientalisti del Montana e dello Wyoming – gli stati più ricchi del combustibile solido responsabile delle massime emissioni di CO2 – e di come solo gli ecologisti rivelino una coscienza planetaria, opponendosi all’esportazione dell'inquinamento in altri paesi e sfatando l’illusione di una riduzione artificiosa del costo dell’energia al prezzo di costi elevati per l’ambiente e la salute.

In effetti, anche dal prestigioso quotidiano emerge come la strategia di Obama crei parecchie delusioni: stabilizzando per ragioni militari l’invecchiato e poco sicuro parco nucleare, diventando primi produttori di gas e esportatori di carbone e inducendo un “rinascimento dei fossili” in Europa e Giappone, gli Stati Uniti farebbero i prezzi in un settore chiave per la crescita economica nei paesi occidentali, mettendo fuori gioco così la concorrenza sempre più rilevante delle fonti pulite.

 Obama cioè, starebbe spostando l’asticella della “parity grid” tra rinnovabili e fossili per una pura proiezione di potenza geopolitica e militare USA anche nel secolo in corso. Si tratta palesemente di una linea che non tiene conto degli allarmi per il cambiamento climatico e dei costi reali per la vita e la salute del pianeta.

Ma carbone e gas hanno una intrinseca debolezza, almeno da quando le emissioni di CO2 sono ritenute responsabili delle ferite registrate nella biosfera. I fossili non hanno solo ricadute sui conti economici-finanziari: impattano con la coscienza diffusa che non si possa risolvere la crisi finanziaria senza affrontare anche quella ambientale, climatica, sociale.

La loro diffusione diventa quindi un problema politico e non di sola contabilità e compatibilità finanziaria. ....

...........Mentre i prezzi delle azioni di molte società di carbone stanno precipitando poichè il gas a buon mercato prodotto in nuovi campi di scisto lo ha sostituito in una parte delle centrali americane, il governo americano preme sull’Europa, affinchè le esportazioni salvino l'industria del carbone in declino. Si può spiegare anche così l’incredibile decisione del Parlamento Europeo di abbassare il prezzo dei certificati di emissione di CO2 e di non far pagare chi inquina, (v.http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/24/chi-inquina-non-paga-inciuci-europei-e-lobby-del-carbone/573662/) e la sottomissione dei governi Monti e Letta alle direttive delle grandi multinazionali energetiche, fino alla disponibilità di fare dell’Italia “l’hub del gas” per l’Europa.

Torneremo più avanti sul gas da scisto. Per quanto riguarda il carbone è giusta la battaglia per mantenerlo nel terreno. Più carbone sul mercato internazionale, ridurrebbe i prezzi e scoraggerebbe il passaggio a fonti di energia più pulite come il solare e l'eolico. 
 E senza il carbone dagli Stati Uniti a prezzi abbassati, le energie rinnovabili diventerebbero più rapidamente competitive nella stessa Cina.....
 
 ......CARBONE
Dopo la storica decisione della Banca Mondiale di limitare i finanziamenti per le centrali elettriche a carbone, la Banca europea per gli investimenti (BEI), il più grande istituto finanziario pubblico del mondo, si è impegnata a eliminare i finanziamenti per centrali a carbone. Evidentemente, questo combustibile è strategico solo se nei costi di produzione non si computa il danno ambientale e alla salute.

Leggi l'articolo integrale su Valori.it



ETS: 160 milioni per centrali elettriche e Ilva di Taranto

co2 ets 160 milioni assorinnovabiliL'Autorità per l'Energia elettrica e il Gas ha emanato due delibere con le quali fissa i rimborsi per i "nuovi entranti" del sistema ETS a 160 milioni di euro. Tra i beneficiari persino l'Ilva di Taranto. AssoRinnovabili grida allo scandalo.
Le due delibere derivano da un decreto approvato dal Governo Berlusconi nel 2010, e ancor prima dal Piano Nazionale di Assegnazione delle quote di CO2 del 2006 approvato dal Governo Prodi. Nel vecchio sistema dell'Emission Trading Scheme, cioè del mercato delle emissioni di carbonio, in teoria chi emette CO2 deve comprare un "diritto di emissione" detto anche "quota". 
Le quote, in larga parte, sono state regalate in forma di diritti di emissione gratuita a centrali elettriche e industrie energivore. Chi entrò nel sistema ETS successivamente, i cosiddetti "nuovi entranti", si trovò senza permessi gratuiti a disposizione e se li è dovuti comprare a differenza di chi è arrivato prima. Ecco, allora, l'arrivo dei rimborsi per 160 milioni di milioni. 
"Assistiamo a una liberalità ingiustificata a favore delle fonti inquinanti - commenta Agostino Re Rebaudengo, presidente assoRinnovabili, la nuova associazione nata dalla fusione di Aper e Assosolare - perché proprio mentre si criticano le rinnovabili e i presunti costi per il loro sviluppo determinando lo stop agli incentivi e l’estensione della Robin Tax, si distribuiscono 160 milioni di euro di contributi pubblici in favore dei combustibili fossili. E’ tempo che l’Italia assuma posizioni chiare e coerenti per definire un prezzo minimo della CO2, si batta per diminuire le emissioni autorizzate e termini di dare contributi a favore delle fonti fossili".
Tra le imprese rimborsate, come detto, c'è anche l'Ilva di Taranto che riceverà 3 milioni di euro sommando tutti i rimborsi dei vari anni. 
Dagli allegati (qui e qui) pubblicati dall'AEEG con l'elenco delle aziende emerge che Enel percepirà 51 milioni di euro e Sorgenia 25 milioni.

Peppe Croce

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